INFO
15 km.
tempi corsa: 2-2:30h
tempi camminata: 3-4h
dislivello: 800 m.
quota max: m. 603 – cima Monte Venda
ora del giorno consigliata: mattina. E’ molto lungo. Si arriva per pranzo.
Segnavia sentiero: 2
KIT
– acqua 2 scorte: non si trova da bere lungo il percorso e ci si impiega più o meno 3 ore a seconda del passo.
– calzini alti: si attraversano vari tratti in mezzo a cespugli anche pungenti. Io ho riportato un graffio che dalla caviglia saliva lungo il polpaccio fino a dietro al ginocchio. Molto sexy davvero….
– mappa. Facile sbagliare strada ma con una mappa sottomano si capisce al volo dove.
– qualcosa da mangiare. il percorso è appunto lungo. Io ho portato 2 gel.
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UN TRAIL FAVOLOSO, LUNGO, VARIO, QUASI INTERAMENTE CORRIBILE.
Si raggiunge la cima aguzza di Rocca Pendice sopra tutte le vie di roccia e si percorrono le creste di questa montagna preistorica. Poi si corre giù a perdifiato a Castelnuovo e ci si immerge nuovamente nel fitto bosco che passando sotto le forche del Diavolo, ti conduce per mano nei pressi del Monte Venda, il principe dei colli Euganei. Volendo siraggiunge la cima a più di 600 metri di altitudine dove ci sono gli affascinanti resti di un monastero. Poi giù ancora sul versante sud, quindi fino al Monte Pirio, quindi di nuovo al punto di partenza. Da fare in compagnia è piacevole, ma in solitaria è una sfida contro se stessi e una fantastica immersione in se stessi.
PERCORSO
Arrivando da Padova, prima di cominciare a salire verso Teolo, in corrispondenza di un quadrivio, s’imbocca la stradina sulla sinistra denominata via Euganea Villa e si prosegue per Calti pendice sino a superare un ponticello al di là del quale si trova l’inizio del sentiero. Percorrendo la stradina all’estremità ovest dello spiazzo, si sale in direzione sud in mezzo a un bosco ceduo piuttosto rado. Si segue la carreggiabile che dopo Villa Cinciallegra, ultima villa sulla destra, si trasforma in mulattiera un po’ sconnessa e piena di sassi e che conduce all’antica fattoria “Le Corbeggiare” dal nome delle ceste per la raccolta dell’uva (le corbe) che qui venivano prodotte. Dall’aia si prosegue verso destra (ovest) seguendo una strada bianca che attraversa quasi in piano il versante est del Monte Pendice poco lontano dalla base della grande parete.
In corrispondenza di un bivio con una strada privata sulla destra, si prende un sentierino sulla sinistra abbastanza nascosto e delimitato da una sbarra di legno che sale dapprima ripido nel bosco e poi con moderata pendenza in mezzo alle robinie. Superato un quadrivio (andare diritti), si giunge, con un ultimo strappo piuttosto impegnativo alla base dei salti rocciosi, presso la parete detta “la palestrina”. Di sicuro troverete parecchi arrampicatori cimentarsi nelle parecchie vie di roccia. Ci si incammina verso destra e, dopo un centinaio di metri, si esce dal bosco su un piccolo slargo detto “Sella di Rocca Pendice”, si prende a sinistra e si sale tramite gradoni in legno e terra verso la palestra “delle Numerate”, intitolata all’alpinista cieco Toni Gianese.
Seguendo i segnali bianco-rossi, si sale ai ruderi del castello, prima affacciandosi a un’aerea forcella poi risalendo un breve tratto roccioso (ci si può aiutare con una catena per l’assicurazione) e, infine, si supera un muro di pietra duecentesco camminando lungo il quale si sbuca sulla sommità del Monte Pendice (320 m). Si giunge su un ampio terrazzo affacciato al di sopra della parete est che si inabissa verticale sotto di esso e da cui è possibile vedere il resto del percorso.
Si continua ora in piacevole discesa fino alla torre di guardia, si torna nel bosco (sinistra) e s’incontra la cisterna per l’acqua piovana, chiusa da una grata metallica e si scende verso sinistra passando tra le antiche mura fino a una prima sella. Dalla radura si prosegue diritti per un centinaio di metri, si svolta a sinistra per innalzarsi ripidamente tra robinie e pungitopo fino alla punta detta “della croce” dalla cui vetta si gode uno splendido panorama. Il percorso riprende dopo aver costeggiato i massi della cima sul lato destro (ovest) e scende di qualche metro sul versante ovest per poi piegare a sinistra e raggiungere lo spartiacque vicino a un masso trachitico verticale. Seguendo tutto il filo di cresta in saliscendi, s’incontrano altre due insellature al di là delle quali si risale verso la sommità del Sasso di San Biagio toccando altri ruderi duecenteschi e si giunge a una radura panoramica da cui si scende ripidamente tramite alcuni antichi gradini di pietra fino alla strada asfaltata con la chiesa di Castelnuovo di fronte. Si scende a destra lungo la strada sino alla piazzetta del borgo, poi a sinistra verso Boccon per poche centinaia di metri in discesa e, in corrispondenza di un’ampia curva verso destra della strada, si prende la mulattiera a sinistra che sale verso ovest: dopo una leggera curva a sinistra s’intravedono gli aguzzi spuntoni trachitici detti Forche del Diavolo o Denti della Vecchia. Si prosegue in salita descrivendo ampie curve, uscendo su una radura si passa su bancate rocciose affioranti, un breve tratto piano verso sinistra fa tornare nel castagneto e poi ripidamente si sale fino allo spartiacque fra due vallette, al termine della crestina s’incontra una mulattiera più ampia, si prosegue diritti verso SE, segue una leggera discesa poi in piano sempre in vista delle Forche del Diavolo a un tornante, si prende a sinistra il sentiero che porta a una vigna. Si costeggia il vigneto dapprima sul lato nord e poi lo si percorre in discesa puntando verso un grande esemplare di albero da frutto e si prosegue dritti imboccando un sentiero incassato bordato dai rovi.
Si scende fino a incontrare un ruscello che si oltrepassa facilmente con un salto; al di là del rivo si risale subito a una mulattiera che viene dal basso, si segue verso sinistra s’incontrano grandi macigni isolati e due bivi (ci si immette nel sentiero n. 1 dell’Alta Via dei Colli Euganei). Si risale fino a incontrare una mulattiera che corre alla base del Monte Venda e che collega la Fattoria “Brombolina” con la località Laghetto nei pressi di Boccon, e si gira verso destra, seguendo le indicaioni per Villa di Teolo e Pirio.
Il sentiero in leggera discesa costeggia la recinzione della zona militare. La mulattiera continua nel castagneto con andamento pressoché pianeggiante fino ad un trivio: continuare dritti e salire all’interno di uno splendido bosco di castagno e di faggio, sino alla spalla posta sulla cresta ovest del M. Venda a quota 550 m circa, splendido balcone verso il digradare dei Colli meridionali e la pianura padana. Si passa qui dal fresco e ombroso versante nord alla solare atmosfera del versante sud ricco di essenze mediterranee. Si riprende il cammino girando verso sinistra in viva salita sino ad immettersi in un’antica mulattiera, che un tempo probabilmente serviva ai monaci del monastero del M. Venda per scendere a Boccon e alla pianura vicentina; la si segue tagliando con andamento pianeggiante tutto il versante (splendidi scorci panoramici), poco al di sotto della recinzione militare. Poi inizia la discesa discesa; oltrepassata una radura e un grosso masso (sulla destra) si perde quota più nettamente, dopo il terzo tornante s’imbocca un sentierino verso sinistra scendendo ancora un poco per poi ricominciare a salire passando sotto i Ruderi del Monastero degli Olivetani. Poco dopo si trova il bivio, a sinistra si sale ai Ruderi ( è bellissimo vi consiglio di farlo) mentre a destra prosegue il nostro percorso;
la mulattiera scende e al seguente bivio si prende il sentierino verso sinistra. sempre in discesa fino ad immettersi in un’altra mulattiera, ancora a sinistra, e dopo pochi metri si arriva sulla strada asfaltata nei pressi della forcella Baiamonte (437 m). Si scende mantenendo la destra e si sale per la strada di fronte in direzione della sbarra (quasi sempre aperta), appena prima si prende il sentiero sulla destra quasi pianeggiante fino ad una curva a gomito verso sinistra dove comincia a scendere in un bosco di castagni e faggi. Quando s’incontrano sulla destra un gruppo di blocchi rocciosi, si abbandona la traccia più ampia indicata dal segnavia dell’Alta Via dei Colli n. 1 per deviare verso destra rasentando i massi e scendendo verso E dapprima lungo un sentierino ripido e poi su mulattiera più ampia che descrive alcuni tornanti prima di immettersi in una carrozzabile in terra battuta; si prosegue verso sinistra. sino a giungere sulla strada Castelnuovo-Torreglia nei pressi della trattoria “Baiamonte”. Purtroppo da qui si procede lungo la strada asfaltata verso destra in direzione Torreglia per poche centinaia di metri e la si abbandona per imboccare il viale che porta al ristorante “Settimo Cielo”, oltrepassato il ristorante, se ne costeggiano i giardini proseguendo per la strada non più asfaltata e al bivio, poco più avanti, si sceglie il ramo di destra in salita. Ad un tratto compare una linea elettrica e uno dei pali segna la fine della salita, al termine della discesa che segue s’incrocia una strada poderale che corre perpendicolare e la si segue verso destra nel bosco, presto si trasforma in sentiero e scende velocemente immettendosi sulla strada asfaltata nei pressi dell’agriturismo “Cà Noale” (246 m). Si segue la strada asfaltata che aggira il Monte Pirio tenendo la sinistra ai due bivi successivi e oltrepassando la trattoria “Al Pirio” per giungere a un gruppo di costruzioni rurali detto Case Millanta; qui si devia a sinistra in discesa fiancheggiando la costruzione; all’estremità si trovano tre stradine a fondo naturale e si prosegue per quella più a sinistra che corre pianeggiante accanto a una vigna. Dopo qualche centinaio di metri si incontra un incrocio di più strade e si prosegue diritti prendendo il ramo di sinistra in salita. 30 m più avanti s’imbocca, sulla sinistra, una pista che corre orizzontale fra due vigne. Al termine della vigna si prosegue ancora diritti in piano per 200 m sino a un bivio; si sceglie la stradella di sinistra che s’abbassa nel bosco. La traccia scende ampia nel fitto bosco e descrive poi un ampio tornante verso sinistra e giunge a uno spiazzo più aperto dove scorre un piccolo corso d’acqua spesso asciutto; oltrepassatolo, dopo poche decine di metri, la traccia si fa più marcata e sbuca su una carrareccia più ampia che si segue verso destra. Sempre perdendo quota, e dopo aver trascurato sulla destra un piccolo sentiero, si percorre un tratto incassato; a un bivio si prosegue diritti sotto una vera e propria galleria di fogliame, attraversando un prato dal quale si gode un bel panorama sul Monte Grande, il Monte della Madonna e l’abitato di Teolo. Subito dopo si raggiunge il piano, si prosegue diritti per una carrareccia e si giunge allo spiazzo da cui si è partiti.