Un giorno per me. Per respirare. Per volare sopra le nuvole e in cima, dentro, sulle mie montagne. Mie come del mondo. Le Dolomiti.

Le prime discese in Marmolada, che mi ha insegnato davvero a sciare. E mi ha insegnato a sciare in neve fresca, fuori pista. Fuori dagli schemi del mondo delle gare. Il vallone d’Antermoia, con molta attenzione per via dell’esposizione. Poi una Lydia liberatoria, larga, immensa. Neve incredibile. Continuando verso Arabba un canale: l’Ornella, mi ha sorpresa in mezzo alla nebbia. Ma i piedi la polvere l’hanno sentita anche senza vederla. Le gambe cominciano ad essere stanche. Ma ne manca di strada. Sempre verso Arabba ci regaliamo un Pizzac e poi, veloci verso il Pordoi. Con l’adrenalina a mille e il cuore che batte forte… per un canale tanto sognato. Lo Joel. Eccola quella roccetta famosa e tanto desiderata. E giù dentro a una delle mille crepe che percorre il massiccio del Sella, regalandoci l’opportunità di addentrarsi in un ambiente unico. Unico.

Che giornata indimenticabile. Se chiudo gli occhi vedo ancora il mare di nuvole ai piedi delle mie discese. Sento tutto. Quello che è stato un giorno speciale. Grazie al compagno della mia vita che anche qui mi ha accompagnata. E grazie alla guida che riesce senza dire tante parole, a regalarmi momenti così.. E ovviamente grazie alla meraviglia che sono le Dolomiti.


VALLONE D’ANTERMOIA

MARMOLADA

Ci sono passata sopra almeno 10.000 volte, tante le risalite con la funivia della Marmolada.

Da quando avevo 6 anni. Quindi l’ho osservato molto molto bene quel vallone. Complice un accesso critico e una discesa altrettanto critica (che bisogna conoscere molto bene per non precipitare nel vuoto, per intenderci), ho dovuto aspettare 32 anni prima di avere l’opportunità e le capacità per godermelo. La dolomite della Marmolada tutto attorno. Una valle ampia, generosa, con un pendio direi perfetto. Una valle che finisce con un salto di 1000 metri che è decisamente meglio non fare. Ci si appiccica alla parete e si scende, con molta attenzione giù per i mughi e il bosco rado e pendente che arriva a valle, sulla sinistra. Ma le curve sciate, valgono decisamente tutta la fatica e la precarietà del rientro. Magica Marmolada. Anche in questo fuoripista proibito.

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LYDIA

MARMOLADA

La regina delle Dolomiti, la Marmolada. La regina delle discese in freeride: la Lydia.

Il nome di una mia amica d’infanzia. Questo fuori pista è molto frequentato per via del raggiungimento facilissimo, direttamente dalla stazione della funivia di Punta Rocca. Nessuna come la Marmolada è immensamente larga.

Il senso di libertà assoluto dato dal fatto di essere in cima alle Dolomiti (3342m) viene confermato dal raggio di curva che si riesce a fare: quello che si vuole. Curvone condotte, con la neve che arriva fino alle ginocchia. Stupendo. Attenzione a non prenderlo però sottogamba.

Sappiamo che la neve è sempre e comunque imprevedibile e spesso il suo comportamento misterioso anche per i massimi esperti. Se non l’avete mai fatto quindi, meglio fare riferimento ad una guida. Arva, pala e Sonda sempre nello zaino. Il rientro prevede tra l’altro un lungo traverso.

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CANALE ORNELLA

PADON

Un canale sciabile, che scende tra le rocce nere del Padon, per arrivare alla vecchia seggiovia che porta ad Arabba. Qualche centinaio di metri da fare con gli sci in spalla o ,meno elegantemente come abbiamo fatto noi, a scaletta sracchettando. E poi lo vedi, sulla sinistra. Invitante, pieno di polvere. E non rimane che una cosa da fare: guardarsi intono, assicurarsi che le condizioni siano ottimali, e poi mollarla giù!

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PIZZAC

ARABBA

Già con le gambe stanche, ma piena di energia, mi metto gli sci in spalle e comincio a salire per un “monticello” come lo chiama Mauro. Ovviamente al primo, segue un secondo “monticello”, sempre con gli sci in spalla. Una sfacchinata. Ricompensata da una discesa non banale, che attraversa un radissimo boschetto molto ripido. Neve ottima. Ancora polvere. E soprattutto, pochissime tracce!

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JOEL

PORDOI

Una delle più belle discese delle Dolomiti. Una Leggenda

Volevo farlo da anni. E così abbiamo deciso di concludere con questo canale spettacolare, il primo subito dopo la forcella Pordoi. Anche qui sci in spalla e su per un breve tratto verticale. Arrivando in cima non ci credo. Eccolo lì, lo Joel. Ripido, stretto, dentro alla montagna. Sulla sinistra il famoso picco di roccia verso il cielo. La fine del canale immersa nelle nuvole che sembrano panna montata. Ne escono solo le punte delle montagne più alte: L’antelao, la Marmolada, il Colac, le Tofane. Spettacolare. Con sorpresa, facendo la prima curva, mi rendo conto che la neve è meno peggio di come ci aspettassimo, cioè durissima. Il sole della mattina l’ha addolcita, anche se Mauro mi ripete continuamente “no Fly zone”. Non si può cadere. Se cadi ti fermi a valle. E probabilmente non in ottime condizioni. Curve saltate. Il bello di questi fuoripista, la cosa davvero incredibile, è l’ambiente in cui ti immergi. Pareti altissime di Dolomite, il cielo lontano fuori dalla crepa sopra la tua testa. Ti senti piccolo di fronte a tale meraviglia che è la natura.

E’ stato il modo migliore, per concludere una giornata perfetta.

Una giornata rincorrendo e sciando i più bei fuoripista delle Dolomiti.

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