Bimbi e montagna. Anzi la montagna dei bimbi.

Le pedule e i calzettoni di lana che pungono. Un bastone a cui si è sbucciata la punta con il coltellino svizzero, sempre in tasca. Uno zainetto pieno di tesori tra cui dei pezzi di corteccia che ricordano le facce degli gnomi. Un fazzoletto rosso in testa. Le ginocchia sbucciate e una treccia da cui escono tutti i capelli, spettinatissimi dal vento e dalle corse. Le mani che sanno di resina, la bocca blu per le scorpacciate di mirtilli. Il sole negli occhi. L’erba sotto i piedi. La voglia di scoprire, di vedere, di correre. Di mettere i piedi nell’acqua gelida di un ruscello e di rimanerci fino a che non passa più il sangue. Una casetta di frasche, o una BASE sull’albero! Mamma io voglio vivere nel bosco! Mille cicatrici. Un mazzolino di fiori selvatici in mano, ma poi mi pento perché li ho uccisi. Decine di sassi nelle tasche. Guarda questo come luccica! E’ sicuramente molto raro! Credo di avere metà delle Dolomiti a casa. Di sicuro sono metà di quella che crescendo in mezzo ai boschi, sono diventata.

E l’inverno? Mio dio l’inverno!

La neve, la neve e l’amore incondizionato per la neve. Il freddo arrivava in secondo piano. Lacrime ma poi la voglia di stare fuori con gli amichetti vinceva. E si sciava per mille ore. Gli scarponi gelidi. La mascherina abbassata a metà e l’impossibilità di sistemarla per via di quelle manopole inventate per non riuscire ad afferrare niente. Gli sci pesantissimi da portare in spalla. La zip metallica che con il freddo ti spellava il mento. Il naso abbrustolito dal sole del ghiacciaio. L’abbronzatura tipicamente “a panda” per colpa della mascherina. Le labbra disintegrate anche dai troppi sorrisi. La cioccolata calda e il panino con il wustel. Le seggiovie lentissime e infinite (quella del Padon in primis). I muri fatti a uovo di nascosto. Le urla del maestro per via delle chiacchierate lunghe come dei fiumi con le amiche, invece di ascoltare. La calzamaglia di lana e il lupetto della Cacao. Il casco. Enorme rispetto a noi. Le risate. Il cielo azzurro. L’aria pulita……

Bambini fortunati quelli che crescono in montagna.  Molto molto fortunati.

E voi che cosa vi ricordate?